1. |
Intro
02:01
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2. |
Da quassù
02:42
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Da quassù respiro un po’ di limpido
e perché dovrei tornare a ridere con voi?
La strada dietro me è franata
e non c’è alcun modo di tornare giù.
Ho dimenticato molte cose.
Vorrei ricordarmi quel che ero
prima di perdermi
dietro i miei alibi.
Sorprendentemente ho riscoperto una sembianza
quando ho fatto di ogni bosco la mia nuova stanza.
Ma fuori di lì, fuori dal mio bozzolo
trovo solo un mondo geroglifico.
Seguito nel mio ascetismo di ripiego.
Dico “Sono io!” perché ad altro non so ambire.
Provo a farne un punto cardine per quando tu
Vuoi saper da me che cosa sono.
Nel frattempo guardo intorno e non conosco i posti,
piano piano mi allontano e cambiano le usanze.
Non conosco niente e niente conosce me.
Se mi chiedi spiegazioni mi spavento.
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3. |
Mostro immobile
02:04
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Io sono un mostro,
un falso d’autore,
una patacca ben fatta
e a colpo d’occhio non si vede il vero
e tu che cerchi il bene me lo proietti addosso.
Tu sei povera
perché credi che io sia un originale
che t’arricchisce,
il tuo Van Gogh, il tuo Guttuso
e invece sono solo un pavido Giuda,
una minuscola della storia,
un bugiardo,
non uno qualunque,
il tuo bugiardo.
Vorrei che le cose
andassero peggio,
per avere giustificazioni
e per rubarti al tuo mondo.
Povero scemo!
Nutrito di illusioni,
mi vedo ovunque
per non ammettere
che non mi muoverò mai da qui.
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4. |
Ci sono cose
03:22
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Ci sono cose che non riesco a dire,
ci sono cose di cui non posso parlare,
poi ci sono cose che non hanno senso,
anche se spesso è futile cercarne uno.
Ci sono giorni che non hanno fine,
ci son pensieri troppo grandi per un confine,
poi ci sono giorni in cui porti pazienza,
alcune volte non ti pagano neppure.
Ma vai dove ti pare a prendere i cazzi,
ma vai dove ti pare a rotolare massi,
ma che sta succedendo qui si gira in tondo,
ma cosa pretendete, che siete già zoppi?
Dopo mangiato secerniamo acido gastrico,
però a volte a me succede anche a digiuno:
sto digerendo il mio apparato digerente,
se non mi calmo potrei anche implodere.
Volendo potrei anche aspettare il tuo ritorno,
volendo mi potrei aggrappare a una cometa,
spostarmi in fretta di cometa in cometa:
la scala delle scelte perde senso in questi tempi.
Il tempo che rincorri non ti da mai tregua,
la preda che rincorri non ti da mai tregua
l’amore da cui fuggi non ti da mai tregua,
l’amore che ti sfugge non ti da mai tregua.
La pace dei pensieri non è che un ricordo,
l’amore a sedici anni non è che un ricordo,
l’amico a mano armata non è che un ricordo,
la coerenza dei luoghi non è che un ricordo.
Da sopra la cascata non è che un ricordo,
mangiare con le mani non è che un ricordo,
il cane che mi morse non è che un ricordo,
cadere dalla sedia non è che un ricordo.
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5. |
Muto
02:30
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La notte suono in auto.
La vita è un La minore.
Tu aspetti un cenno, una parola,
qualcosa su di noi.
Io suono la chitarra.
Umanoidi realizzati.
Io non trovo i vestiti.
Tu vuoi volare su nel cielo.
Io non ho più le ali.
Non mi devi guardare,
domani non svegliarmi.
La luce non mi serve,
specchiarmi non mi serve.
Io non sento più niente
e vorrei farti sposa.
Aiutami, ti prego,
non so dir quelle cose
che portano la gente
a non lasciarsi mai.
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6. |
Dito sul vetro
03:02
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Scrivi con il dito sul vetro
quel che ti potrà allontanare.
Dimmi che altro vuoi da me,
dimmi che altro c'è ancora da fare.
Dimmi che altro c'è ancora da fare.
Mendichi la vita sul retro
delle storie più complicate.
Il mio servizio può bastare,
la tua barchetta è di nuovo pronta a salpare.
Hai l’occhio di sale
e piangi il sale e l'aceto.
Io non posso salvarti,
io non ti verrò dietro.
Non posso tenerti a galla
come se fosse niente;
anche se non vuoi ammetterlo
mi trascini con te.
Mi trascini con te.
Corichi il tuo peso sul letto,
lasci i sogni li a galleggiare.
Sembra che non passerà la pioggia
ma mi hai tolto il freno a mano e scompaio.
Sembra che non passerà la nube,
ma del resto senza me è un'altra cosa.
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7. |
Quasi quasi la Siberia
02:16
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Costretto a deludere,
poggio il piede sul fragile cuor tuo, mia rondine.
La Siberia è un'oasi quando mi critichi,
quando s'alzano le trincee,
i muri d'odio e sangue che poi
non smantelli mai.
E intanto io non ho più identità.
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8. |
La zattera
03:25
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Facciamo il punto.
Non ho mai pensato di esser privo di difetti,
mi impegno per correggerli e se non ci riesco
faccio di tutto per mascherarli.
Quando poi sono a mio agio mi rilasso e svacco così dimostro
che mi fido di voi, svelando quel che sono.
Quando mi avete scelto avevate gli occhi chiusi
e vi siete persi la nebbia che m’avvolge.
L’esperienza mi ha insegnato ad aspettare prima di gridare “Eureka!”
perché non tutti i sentimenti possono coincidere,
perché di me è facile farsi una grande idea
senza accorgersi che ero solo un’offerta all’outlet dell’Ikea,
che ero solo un’offerta all’outlet dell’Ikea.
Se serve chiedo scusa.
Se non serve chiedo scusa,
che così vi fidate delle buone intenzioni
che stanno alla base delle mie mosse,
perché è la missione che ho scelto,
pacificarci tutti davanti a una grigliata
e vivere senza tanti vaffanculo.
Ma le sbavature della perfezione creano drammi e dolori incurabili,
rendono preferibile l’errore
e ho scoperto quanta umiltà serviva
nel viaggio tra le onde della vita.
Non era giusto trasportarvi tutti sulla stessa sponda,
e poi è stolto pensare di affrontar da soli indenni una marea
solcando l’acqua con la zattera acquistata ai saldi dell’Ikea.
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9. |
Coda
03:14
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10. |
Lorenzo Pizzorno Pesaro, Italy
Chitarrista, bassista e autore, ha proposto il proprio repertorio negli anni sia in veste solista, sia come leader dei Gomer; a questa attività ha affiancato quella di bassista per Maria Antonietta e per Colombre.
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